TARES, ancora una beffa

Come ormai noto, entro l’anno pagheremo l’ennesimo tributo a questa Italia che certamente si sta dimostrando più matrigna piuttosto che madre. L’introduzione della tassa denominata TARES di 30 centesimi di euro calcolata per ogni metro quadrato delle abitazioni rischia seriamente di compromettere tutti gli sforzi fino a qui fatti in ambito di raccolta differenziata, infatti colpirà indistintamente virtuosi e non virtuosi.

Il miraggio sempre sbandierato dai nostri amministratori e gestore che “chi più ricicla meno spende” è diventato uno slogan che poco ha a che fare con la nostra realtà. Questo ulteriore aggravio si aggiunge infatti ad una già esosa tariffa per lo smaltimento dei rifiuti che assomiglia sempre meno ad un servizio sociale lasciandoci intravedere una probabile corsa “all’oro sporco”. Ci chiediamo cosa ancora deve succedere per prenderne definitivamente coscienza comune. Posto che il merito della raccolta differenziata a nostro avviso non può e non deve essere messo in discussione, il metodo che in questi anni ci è stato imposto sembra avere altri obiettivi: siamo convinti infatti che il tutto sia da rivedere nel suo complesso sia in ambito di processo che in quello di tariffe più puntuali. Di contro fa da cornice all’argomento la troppa maleducazione che ci circonda e non possiamo né giustificarla né bollarla con un solo aggettivo bonario, in quanto il “furbetto” che abbandona i rifiuti nel cestino dei viali, o peggio nelle discariche abusive non solo mette in atto villanie ma crea danno economico alla comunità. Cosa fare? Certo è che l’atteggiamento di sottovalutazione dei fenomeni di migrazione dei rifiuti, del loro abbandono e delle esose tariffe non ci ha aiutato in questi anni a trovare contromisure operative valide; far finta che un problema non esiste infatti non serve a trovare soluzioni, ma incancrenisce la difficoltà e fa pensare ad altri interessi. Da parte nostra abbiamo sempre posto un’attenzione particolare a questo tema; ci preme infatti rivendicare le battaglie ai bidoni arancioni, che distinguono chi ha problemi sanitari, ai sacchi blu sparsi per le strade, che certamente non mostrano un dignitoso spettacolo,  alla contestazione delle analisi dei dati, quando hanno tentato di farci credere in una drastica riduzione della produzione dei rifiuti (ma secondo la nostra lettura non certo per la diminuzione dei consumi ma per lo smaltimento altrove), alle alte tariffe, che essendo esagerate oltre ogni misura probabilmente attenuano “l’inciviltà” di alcuni. Riteniamo che, insieme ad una seria e netta presa di posizione contro la TARES (che i cittadini dell’empolese-valdelsa non dovrebbero pagare), potrebbe essere funzionale creare degli osservatori aperti a più interessati che impongano degli studi di fattibilità sulla modifica del processo di ritiro dei rifiuti porta a porta e nel contempo trovino delle soluzioni per costringere i “maleducati” ad un comportamento civile; l’abbassamento della tariffa sarebbe certamente un ottimo stimolo e giustificherebbe una “tolleranza zero” che oggi per ovvi motivi non c’è. Crediamo inoltre che dopo qualche anno di sperimentazione, i tempi siano maturi anche per la maggioranza e per il gestore per sedersi ad un tavolo ed aprirsi al dialogo. Il solo rammarico è che noi qualche anno fa avevamo già avanzato analoghe richieste e suggerito numerose idee ma nessuno è stato, all’epoca, disponibile ad un confronto.